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Successo ed emozioni alla giornata per la legalità

Al termine della manifestazione la soddisfazione si percepiva in maniera evidente tra gli studenti, i docenti e le Autorità presenti.
"E' un trio di attacco straordinario nella battaglia alla mafia ed al malaffare!". Così Antonio Manzo, giornalista de "Il Mattino" e moderatore della manifestazione, ha voluto presentare i relatori della giornata. Franco Roberti, Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, Michele Oricchio, Procuratore regionale della Corte dei Conti della Basilicata e Don Tonino Palmese dell'Associazione Libera.
Prima di loro, i ragazzi del "Corbino" sapientemente diretti dalla prof.ssa Maria Rosaria Zizzo, referente per la legalità dell'Istituto, hanno presentato "edizioni ordinarie: la mafia uccide" dialoghi immaginari tra i martiri della mafia, da Giancarlo Siani a Peppino Impastato, dagli agenti delle scorte ai magistrati trucidati senza pietà dalla criminalità organizzata. Applausi da parte dei relatori e dei presenti in sala, tra cui il Questore di Salerno Antonio De Jesu, il Capitano Cisternino della Compagnia dei Carabinieri di Eboli, il Tenente vecchione della Polizia provinciale, unitamente al Comandante della Stazione dei Carabinieri di Contursi Terme M.llo Sacchinelli ed il Responsabile dell'Ufficio di Polizia Municipale M.llo Della Puca.
Dopo i saluti del Preside Crea e del Sindaco Lardo,  il quale ha ribadito la necessità di rispristinare in ogni ente locale un forte sistema delle regole amministrativo-contabili, rispetto al quale gli amministratori comunali non devono inseguire privilegi e vantaggi di alcun genere ma devono vivere il proprio impegno come forma gratuita di vero servizio nei confronti della propria collettività. Ha chiesto, inoltre, ai giovani di fare politica e di impegnarsi in maniera pulita come protagonisti attivi della società. i relatori hanno tenuto una vera e propria "lezione magistrale" sul tema. Il Procuratore Oricchio ha sottolineato, con la costituzione alla mano, l'importanza di rispristinare, in ogni ente pubblico, un efficace sistema delle regole, perchè quasi sempre la corruzione ed il malaffare che inquina l'azione amministrativa ed il buon andamento della Pubblica Amministrazione, procura sperperi di danaro pubblico e l'impoverimento della società civile. Secondo Oricchio le Procure regionali delle Corti dei Conti dovrebbero essere potenziate di nuovi pubblici ministeri in quanto quelli attuali non ce la fanno a reggere un carico enorme come quello attuale. Per Don Tonino Palmese, animatore, insieme all'associazione Libera, di brillanti iniziative per la rieducazione e l'inserimento sociale dei giovani detenuti attraverso la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, occorre fare uno sforzo culturale. Accorciare le distanze tra società civile "per bene" e la società "dei cattivi", attraverso modelli nuovi di dialogo e di apertura nei confronti di chi ha commesso errori. Ha lanciato, poi, un invito ai giovani presenti, affinchè reagiscano alle ingiustizie ed alle violenze di ogni tipo. Per lui i giovani devono aspirare a modelli basati sull'essere e non sull'apparire. In chiusura, infine, il Procuratore Franco Roberti si è soffermato sui principi fondamentali della costituzione repubblicana che propendono per modelli di società basati sul rispetto delle regole democratiche, le sole in grado di difendere la vera libertà dei cittadini. Nel suo intervento ha citato anche il filosofo latino Cicerone il quale, nella sua opera "De Officiis" parlava del ruolo altamente morale che investe coloro che ricpprono cariche pubbliche. "Il politico e gli amministratori in generale devono guardarsi bene dal finalizzare la propria azione al solo mero consenso elettorale, a tutti i costi e violando le regole" ha dichiarato il Procuratore, citando anche due episodi della propria esperienza professionali durante i quali ha avuto modo di incontrare e lavorare con Giovanni falcone prima che fosse trucidato dalla mafia dei corleonesi. "Spesso" -ha concluso- "sono proprio le forme di connivenza e di commistione con il potere e con pezzo dello Stato, che agevolano l'inserimento e la permanenza della criminalità nella società moderna. A voi giovani spetta, dunque, il compito di far cambiare mentalità attraverso azioni virtuose sotto l'aspetto culturale e sociale. La lotta alla mafie non la possono condurre solo la magistratura e le forze dell'ordine ma tutti i settori dela società civili, in primis la scuola che è, forse, l'unico presidio di legalità veramente incorruttibile".  Prima di lui il Questore di Salerno ha ribadito ai numerosi giovani presenti l'importanza di fare "legalità" ogni giorno, in ogni piccolo gesto, rispettando le regole e rispettando i principi di sana convivenza civile.

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